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Studio di Psicologia e Psicoterapia
 
L'Insonnia
insonnia
insonnia

Il sonno è un fenomeno misterioso, indispensabile per la sopravvivenza.

Disconfermando concezioni antiquate, attualmente gli studiosi considerano questo fenomeno tutt’altro che passivo, ma piuttosto il risultato di distinti eventi elettrici e biochimici attivi, con effetti di tipo sia eccitatorio che inibitorio che si susseguono in una sequenza temporale ben definita.

Purtroppo spesso il sonno degli adulti appare come disturbato, esistono infatti circa un centinaio di disturbi del sonno, divisi in tre categorie principali: 1. le dissonnie, 2. le parasonnie e 3. i disturbi del sonno associati a patologie mediche, neurologiche o psichiatriche.

Le insonnie si inseriscono all’interno del primo gruppo e sono il disturbo del sonno più frequente.

Bisogna ricordare come la diagnosi di insonnia non può fondarsi sul numero di ore di sonno nel corso della notte o del tempo impiegato ad addormentarsi poiché il fabbisogno di sonno varia da persona a persona.

Vi sono i cosiddetti dormitori brevi, per cui sono sufficienti 4 ore di sonno per sentirsi riposati, e i cosiddetti dormitori lunghi, che necessitano anche di nove per raggiungere un completo ristoro.

Se si considerano anche le forme transitorie, l’insonnia colpisce circa il 40% della popolazione generale (in particolar modo le persone in età avanzata e le donne). Fortunatamente però soltanto per il 10% dei soggetti il problema diventa cronico.

Parlando di insonnia è fondamentale che ci si affidi ad un professionista per fare un’anamnesi accurata che tenga conto di:

  • caratteristica dell’insonnia (difficoltà di addormentamento, di mantenimento del sonno o di risveglio mattutino precoce)

  • frequenza del disturbo, se intermittente o cronico (più di 3 volte a settimana)

  • durata del disturbo, se occasionale, transitorio o cronico

  • le cause scatenanti, quali ad esempio eventi stressanti o cattiva igiene del sonno

  • presenza di fattori cronicizzanti (ad esempio presenza di alcol o farmaci)

  • presenza di sintomi diurni, quali ad esempio stanchezza, irritabilità

  • comorbilità per altre patologie.

Spesso le forme occasionali e transitorie di insonnia accadono in concomitanza con eventi stressanti o con l’insorgenza di patologie.

Le insonnie possono essere divise in primarie e secondarie.

Le insonnie primarie non sono attribuibili a fattori esogeni e si distinguono in:

  • insonnia psicofisiologica: insorge in seguito ad un evento stressante ma non regredisce quando scompare la causa scatenante

  • insonnia idiopatica: spesso insorge in età giovanile e probabilmente è dovuta ad un’alterazione dei meccanismi che regolano il ciclo sonno veglia

  • alterata percezione di sonno: discordanza tra quanto il paziente riferisce di aver dormito e le effettive ore di sonno, probabilmente vi è un’eccessiva

  • attività mentale durante il sonno che non appare ristoratore.

Le insonnie secondarie possono essere causate dalla comorbilità con altre patologie internistiche, neurologiche, psichiatriche, dall’assunzione di farmaci o da una cattiva igiene del sonno.

Per il trattamento dell’insonnia è fondamentale comprendere le cause fisiche e/o emotive che la determinano e avere un’adeguata igiene del sonno (ad esempio coricarsi sempre alla stessa ora, non utilizzare dispositivi elettronici prima dell’addormentamento).

Se il disturbo persiste è importante chiedere aiuto ad un professionista che valuterà, insieme al paziente, il trattamento più adeguato.

Dott.ssa Cristina Nobili
Psicologa Psicoterapeuta

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Bibliografia

  • Bergamasco B., Mutani R. (2007). La Neurologia di Bergamini. Libreria Cortina.

  • Gargione G. (2002). Psicologia. La nuova frontiera: psicologia integrata. Mondolibri.


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